La Storia di Civitella in Val di Chiana

Borgo di origini antichissime, Civitella in Val di Chiana esisteva già come insediamento ai tempi degli Etruschi e dei Romani. La naturale ubicazione del fortilizio è una posizione Il Borgo Medioevale predominante di altura prospiciente sulle vallate sottostanti. I Longobardi tra il VI ed il VII resero il paese uno dei più importanti fortilizi del territorio e lo incastonarono dentro una cinta muraria di forma ellittica tipica degli insediamenti militari e ancora oggi perfettamente visibile. Nel X ed XI secolo nascono nel territorio Monasteri, Badie ed Ospedali sui percorsi delle antiche vie Romane prima e Medioevali in seguito e Civitella vive in questo periodo un forte sviluppo. Da questo momento le notizie sul Feudo di Civitella si fanno più numerose e dettagliate fino a che, dopo l’anno mille, questa diventa di appartenenza del Vescovo di Arezzo, da cui il nome “Civitella del Vescovo”.

Dominando i percorsi verso Siena e verso Firenze, Civitella assunse una notevole importanza strategica, tant’è che i Vescovi vi stabilirono una residenza con duplice funzione di rifugio militare e di residenza estiva. Civitella in Val di Chiana ed il suo castello, videro le battaglie tra i Guelfi ed i Ghibellini e vissero il periodo di massimo splendore quando il Vescovo Guido Tarlati, nel 1318, ne fece la propria residenza.

Durante il trecento il castello, come tanti altri nelle zone limitrofe, vide l’alternarsi del dominio Fiorentino e quello dei Vescovi di Arezzo, fino a che passò definitivamente sotto il Giglio nel 1384, diventando sede di Podesteria.

Il potere assoluto della Chiesa, gli eretici e la loro persecuzione, crearono intorno a Civitella un alone di mistero, ci sono storie di streghe e di brava gente, di riti e di fede. Civitella ed il suo Podestà prosperarono per i secoli successivi, fino a che la Podesteria entrò in crisi nel XVIII secolo, per poi essere smantellata nel 1808 in seguito all’entrata in vigore della legislazione Napoleonica e fu soppressa definitivamente nel 1838. Come un tranquillo paese di persone per bene dedite all’artigianato e all’agricoltura ha conosciuto l’orrore delle Guerre, che hanno reso Civitella oggi un simbolo della cultura della Pace.


Il Borgo

Civitella oggi è un’oasi sospesa nel tempo e nello spazio, un diadema che orna una collina di pietra calcarea a 550mt s.l.m..

Il paese dista 10 km dal casello A1 di Arezzo, ma 12 km dal primo semaforo, 9 km dal primo insediamento industriale; ma dista solo 36 km da Siena, 60 km da Firenze, 64 km da Perugia.
Il Paese di Civitella è l’orgoglio dell’intero Comune, il salotto buono dove si ricevono gli ospiti importanti, ogni viuzza e ogni scorcio sono esempi di rara bellezza, inseriti in un contesto paesaggistico unico.
Qui si comprende il concetto della misura d’uomo, i ritmi, le tradizioni, il passare dei giorni sono lontani dalla vita quotidiana delle città.
In paese si è soliti mangiare a mezzogiorno perché “La mezza suona una volta sola “e dopo tale ora il saluto da buongiorno diventa buonasera.
Il turismo non ha ancora scoperto Civitella e noi ne siamo felici.
Sui muretti riposano ancora gli abitanti di età maggiore, i bambini giocano in piazza e ogni tanto la quiete è incrinata dal rombante motore di un trattore che viene a prendere l’acqua per le vigne alla cisterna del paese.
La domenica ci si trova tutti a messa, con i panni buoni, le donne divise dagli uomini ed ognuno parla un pochino male dell’altro, ma in fondo ci si vuole tutti bene.